In mostra il binomio arte-gioco nelle opere di Regina Landi
Una mostra che affronta la tematica del gioco, inteso come attività di collezionismo
di piccoli oggetti che rievocano ricordi d'infanzia quali formine, figurine, penne,
matite e macchinine. Il binomio arte - gioco che l'artista Regina Landi presenta
nelle sue opere, esposte presso la galleria Abarte, mette a confronto due mondi,
capaci, ciascuno a suo modo, di mettere in discussione la realtà; se l'arte infatti
esprime il pensiero di un'epoca, di una nazione, ponendosi come spirito critico
all'intemo del sistema, allo stesso modo il gioco rappresenta la sincerità, il desiderio
di evasione e di libertà presente in ciascuno di noi, da riscoprire poeticamente nelle
attività ludiche. Un gioco però, dettato da regole, simbolo di ordine mentale, che si
riscontra nella presenza di superfici piene e vuote, riempite da oggetti che ci
consentono nello stesso tempo di aprire una finestra nel passato, passando
attraverso i momenti più intimi della vita quotidiana, vissuta tra i banchi di scuola o
durante i pranzi in famiglia, nei quali il gioco diventa motivo di aggregazione
sociale; i giochi dei bambini, simbolo inoltre dell'ingegno e dell'originalità
dell'artigianato, capace di produrre oggetti diversi, piccoli e grandi, ciascuno dei
quali pensato e realizzato per rispondere a precise funzioni. Una polemica dunque,
nei confronti della società moderna, consumistica e pratica, ma anche un omaggio
al dadaismo il cui termine, "dada", significa appunto giocattolo, e che fece dell'objet
trouvé uno strumento di una nuova maniera di "fare arte". Nelle opere di Regina
Landi è presente infine una necessità di forma etica ed ecologica, contro lo spreco
delle cose a discapito dell'ambiente. "Regina Landi, Archivi", fino al 10 marzo,
aperto il giovedì dalle 15.30 alle 19.30, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30.
Luca Bressanini
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